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La Basilica di San Pietro di Castello

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La Basilica di San Pietro di Castello, concattedrale della città assieme alla Basilica di San Marco, si trova a pochi passi dall’Arsenale, nell’estremità nord-orientale di Venezia.

La zona in cui si trova la Basilica è spesso ignorata dalla maggior parte dei turisti in visita nella città, la maggior parte si ferma di solito nei pressi di San Marco e Rialto . La struttura è unica e bellissima ed il nostro consiglio è di fare una passeggiata per andare ad ammirarla in tutto il suo splendore. La Basilica sorge nell’isola di Olivolo (abitata da una piccola comunità poi inglobata da Venezia), fu inaugurata nel VII secolo e consacrata dal vescovo San Magno di Eraclea. All’inizio la Chiesa venne dedicata ai bizantini Sergio e Bacco, solamente nell’814 fu dedicata a Pietro dal Vescovo Orso Partecipazio.

La Basilica fu ricostruita interamente nel 1120 a seguito di un incendio che distrusse la costruzione precedente. La nuova struttura era decisamente più grande e maestosa, e comprendeva anche un battistero (ora scomparso) dedicato a San Giovanni Battista. L’architettura attuale della basilica può essere fatta risalire proprio a questo progetto: la pianta era a tre navate con facciata tripartita e absidi circolari. Nel corso dei secoli successivi la struttura fu rimaneggiata diverse volte. Gli ultimi importanti interventi sulla struttura risalgono alla fine del XV secolo ed agli inizi del XVI. In questo periodo (per la precisione nel 1451) fu soppresso il patriarcato di Grado, spostato proprio qui nella Diocesi di Castello con la bolla di Papa Niccolò V. Fra il 1508 ed il 1526 vennero restaurati soffitti, volte, pavimenti, arredi, decorazioni e tutte le cappelle minori (il tutto deciso dal Patriarca Antonio Contarini). All’interno della Basilica lavorò anche Andrea Palladio: qui cominciò il Diedo (1598), suo primo lavoro nella città di Venezia, tra l’altro mai portato a termine.

La Facciata è da attribuire invece a Francesco Smeraldi (1596) su incarico del patriarca Lorenzo Priuli. Il bassorilievo in stile classico raffigurante la Carità che orna la facciata è dell’Ottocento è opera dello scultore Marsili.

La Basilica divenne co-cattedrale della città quando, nel 1807, la Basilica di San Marco perse il suo ruolo di Chiesa di Stato. Il patriarcato venne quindi spostato a San Marco e alla Basilica di San Pietro di Castello rimasero altri ruoli. A partire da questo momento anche il monastero venne chiuso e trasformato in polveriera.

L’interno dalla Basilica ha uno schema a pianta latina, ovviamente a tre navate, ognuna sorretta da altrettante arcate. All’interno di ogni navata vi è un altare. La cupola della chiesa si trova all’incrocio con il transetto (quest’ultima fu danneggiata da alcune bombe durante il primo conflitto mondiale).

L’Altare Maggiore, al cui interno sono conservate le spoglie del primo Patriarca di Venezia San Lorenzo Giustiniani, è del 1646. L’opera, disegnata da Baldassarre Longhena, fu eseguita da Clemente Moli. Da menzionare anche l’organo del settecento dell’organaro dalmata Pietro Nachini.

All’interno della Cattedrale di trovano diverse altre opere di inestimabile bellezza ed importanza dal punto di vista storico. Sono da menzionare la Cattedra di San Pietro, un trono di marmo che la tradizione vuole far appartenere
all’apostolo in persona. Lo schienale è ricavato da un’antica stele funeraria islamica che riporta anche alcuni versi tratti dal corano. La navata sinistra è arricchita da un bassorilievo del 1675 di Michele Ungaro, dalla pala dell’altare di Luca Giordano (1650) raffigurante la Madonna col Bambino e Anime del Purgatorio, e da una pala a mosaico di Zuccato (nella cappella Lando).

Il cartone su cui è costruita quest’ultima opera potrebbe essere attribuito a Jacopo Tintoretto. Vi sono moltissimi altri dipinti all’interno della Basilica, non si possono dimenticare: la Cena di Emmaus (di Pietro Malombra e Antonio Vassilacchi) sulla parete sinistra del portale; alcune opere del Veronese del 1585 (si trovano fra le due cappelle); l’Immacolata di Giovanni Maria Morlaiter (XVIII secolo); l’opera del Padovanino Il Martirio di San Giovanni Evangelista e la Cena in Casa di Simone di Jacopo Beltrame (opera del XVI secolo).

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