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Venezia e il suo linguaggio della sua urbanistica

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Venezia è stata proclamata patrimonio dell’umanità dall’UNESCO ed è considerata globalmente una delle città più belle al mondo.

Venezia è suddivisa a livello urbanistico in sei parti, chiamati sestieri: Santa Croce, Castello, Dorsoduro, San Marco, Cannaregio e San Polo. E’ costituita da 118 isolette collegate da 354 ponti, un numero fisso e stabilito, e divisi da più di 170 rii e canali. Le sue fondamenta basano sia su parti di isola, sia su palificazioni lignee che sostengono i palazzi da molti secoli e che in assenza d’ossigeno, sott’acqua, non marciscono ma si induriscono permanentemente. Tutti i tronchi serviti per la palificazione delle fondamenta di Venezia vennero portati dagli zattieri lungo il fiume Piave, dai boschi del Cansiglio e del Cadore, nel bellunese. I pali di rovere, acacia e castagno, principalmente sono queste le essenze, sono utilizzati anche ad indicazione dei canali navigabili, per gli attracchi delle imbarcazioni e per sostenere i pontili d’attracco delle barche. A Venezia è vietato, salvo diversa autorizzazione comunale, l’uso di pali che non siano tradizionalmente di legno.

Le imbarcazioni in navigazione seguono la linea tracciata dalle briccole, così vengono chiamati i pali posizionati ad indicazione del canale navigabile, che inoltre, attraverso una colorazione bianca su un lato, indicano anche da che parte del palo procedere, ovvero ci dicono dove il canale è navigabile, e sono numerate, in modo da avere indicazione sulla propria posizione ad esempio di notte o con la nebbia se non si abbiano altri modi e si è perso l’orientamento. Quando c’è una biforcazione del canale navigabile, lo si può facilmente considerare, poiché è presente un accoppiamento di tre briccole inclinate una verso l’altra, con una centrale più alta, chiamate madama. Non è inusuale vedere in laguna dei piccoli capitelli creati su una bricola in onore della madonna.

Qui le piazze si chiamano Campi, fatta eccezione per Piazza San Marco, le vie, calli, tranne poche specifiche eccezioni. I nomi delle calli tradizionalmente rievocano in veneziano i mestieri tipici che nella zona erano presenti, come calle del marangon, il falegname, o calli intitolate delle usanze che in quella zona erano o abituali o identificative, come calle delle convertite, dove proprio lì, donne del mestiere si convertirono diventando monache ritirandosi in monastero.Le calli parlano di Venezia e della sua storia! I nomi delle calli sono dipinti sulle case lungo la calle stessa, queste indicazioni vengono anche chiamati “nissioeti” perchè assomigliano a dei piccoli lenzuoli appesi. La numerazione delle case infine è un vero e proprio incubo specie per i postini poiché la numerazione progressiva copre di sestiere in sestiere, partendo, senza troppe regole di collocazione, dall’1 al 4900 e più! Meglio quindi farsi furbi ed avere indicazioni di luoghi o ponti nelle vicinanze della nostra meta. Quando vi imbattete in un’indicazione riguardante un rioterà vi trovate in una zona dove in passato c’era un rio d’acqua che è stato interrato.

Altre strutture solo qui tipiche, sono: l’altana, una specie di terrazza costruita sul tetto dell’abitazione per motivi di spazio, e l’accesso dalle abitazioni ai rii con ingressi via acqua per le persone e per le merci da depositare nei magazzini.

Tutta la logistica si basa su spostamenti a piedi o attraverso imbarcazioni del servizio pubblico o privato, creando un ulteriore unicità che molti considerano favolosa, altri scomoda.

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