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Il ghetto Ebraico

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I primi segnali della presenza ebraica a Venezia risalgono all’inizio del XIV secolo, quando mercanti ebrei venivano a vendere ed acquistare merci al porto.

Durante la seconda metà del secolo gli ebrei iniziarono a stabilirsi in quest’area. Dopo la guerra di Chioggia nel 1381 gli ebrei ottennero l’autorizzazione a rimanere in città e praticare usura e "Strazzaria" (vendita di cose povere, o usate, letteralmente stracci): questo accadde però solo per un breve periodo di tempo tanto che nel 1394 un decreto ne stabilì l’espulsione da Venezia.

Dopo il 1492 molti ebrei espulsi dalla Spagna e dal Portogallo si stabilirono in Veneto e vennero create delle piccole comunità nella terraferma nei pressi di Padova, Treviso e Bassano.
Da qui gli ebrei iniziarono a muoversi verso Venezia. Gradualmente, il loro numero e la loro importanza all'interno della città crebbe.

Nel 1516 il governatore della Repubblica decise che gli ebrei dovevano vivere circoscritti in una sola area della città, il “Ghetto Nuovo”, una piccola isola che divenne il primo ghetto del mondo. Il vocabolo deriva dal fatto che in quel luogo esistevano delle fonderie ed il getto del metallo fuso da loro proveniente veniva appunto chiamato "geto". Foneticamente la parola fu poi trasformata in "Ghetto".

Ebrei di origini Italiane e Germaniche si trasferirono nel "Ghetto nuovo", mentre gli ebrei provenienti dall'Oriente, dalla Spagna e dal Portogallo si stabilirono nel "Ghetto Vecchio".

Il diciassettesimo secolo segnò l’epoca d’oro per i ghetti, poichè gli ebrei controllavano buona parte del commercio estero Veneziano. Le loro condizioni economiche però si deteriorarono e alla fine del diciassettesimo secolo, gli antisemiti realizzarono l’importanza degli ebrei in città e posero molte limitazioni alle loro attività economiche.

Tutto cambiò nel 1797 quando le truppe Napoleoniche entrarono in Città: i cancelli del ghetto vennero abbattuti e gli ebrei raggiunsero lo stesso grado di libertà di tutti gli altri cittadini. Il ghetto rimase però un punto d'incontro per la comunità ebraica Veneziana fino alla seconda guerra mondiale. Durante questo periodo di guerra e orrore, il ghetto non venne demolito ma 200 ebrei vennero deportati e uccisi nei campi di concentramento. A tutt’oggi la popolazione ebraica di Venezia conta circa 500 persone di cui 30 vivono in ghetto.

Quando visitiamo il ghetto di Venezia entriamo in un quartiere unico e straordinario. 5 sinagoghe sono collocate in uno spazio ristretto e rappresentano i differenti gruppi etnici che si insediarono nella laguna durante i secoli.

Sempre maggiore è il numero di visitatori da tutto il mondo che vengono ad ammirare le sinagoghe ed il museo.

Il ghetto si divide in tre parti:

  • Ghetto novo, la parte più antica assegnato nel 1516
  • Ghetto vecchio datato 1541
  • Ghetto nuovissimo datato 1633

Il museo d’ arte ebraica venne aperto nel 1955 e continuò ad arricchire, la sua collezione grazie ad importanti donazioni. Il museo conserva collezioni di rari e preziosi tessuti e argenteria provenienti in maggior parte dalle cinque sinagoghe e da una serie di contratti matrimoniali ed altri oggetti a carattere religioso o di manifattura estera donati al museo da privati.

Tra le cinque sinagoghe le più importanti sono:

  • La Sinagoga Tedesca (1528), la più antica. Venne eretta dalla comunità ebraica di origini germaniche che era la più numerosa quando nacque il ghetto.
  • Sinagoga Levantina (1538) la facciata esterna è del Longhena e riporta due iscrizioni, la prima ricorda la distruzione del tempio di Gerusalemme e la seconda commemora gli ebrei veneziani che morirono durante la seconda guerra mondiale.
Case del Ghetto di Venezia
Ponte del Ghetto di Venezia
Interno di una Sinagoga
Interno di una Sinagoga
Vista aerea del Ghetto di Venezia
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