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Isola di San Giorgio Maggiore

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L’isola può essere ammirata da Riva degli Schiavoni, a San Marco. È separata dall’isola della Giudecca dal canale delle Grazie e l’unico modo per raggiungerla è con un battello pubblico o con un taxi barca.

L’isola fu di proprietà della famiglia patrizia dei Memmo (si chiamava isola Mummia). Quando nell’VIII-IX secolo fu eretta una chiesetta in onore di San Giorgio il nome fu cambiato in isola di San Giorgio Maggiore (per distinguerla da San Giorgio in Alga).
Il monastero fu eretto dal monaco Benedettino Giovanni Morosini (che fu il primo abate del monastero stesso), dopo che l’area intorno alla Chiesa fu bonificata. L’isola divenne di sua proprietà nel 982, gli fu donata dal Doge Tribuno Memmo .

Nel corso degli anni la chiesetta lasciò il posto all’attuale basilica, progettata dal Palladio e che fu il simbolo dell’importanza culturale del monastero di San Giorgio Maggiore. Al suo interno sono custodite opere del Tintoretto, di Jacopo Palma il Giovane, di Sebastiano Ricci e del Carpaccio. Il campanile è del 1791.

Il monastero sopravvisse finchè Napoleone non lo trasformò in un presidio militare, che tale rimase anche sotto l’impero austro-ungarico e il Regno d’Italia. Furono costruiti una Darsena (provvista di due torrette) ed un magazzino, l’isola potè quindi diventare un porto franco.

La Fondazione Cini nel 1951 ottenne da parte dello Stato Italiano la possibilità di utilizzare il monastero e le aree adiacenti, e diede così il via all’opera di restauro dell’intera isola. È in questo periodo che su costruito l’anfiteatro all’aperto (sempre ad opera della fondazione): il Teatro Verde (1954).
Al momento l’isola è il centro di diverse attività culturali, organizzate dalla Fondazione Giorgio Cini, che l’ha resa un centro di importanza mondiale.
Senza contare l’importanza architettonica e artistica dell’isola stessa, scenario per le opere dei più grandi maestri italiani tra il cinquecento ed il seicento.
Sono da menzionare la cosiddetta Manica Lunga, un corridoio di 128 metri e largo 7 che ricale all’inizio del 500 (diventerà una biblioteca) la Basilica ed il Chiostro del Palladio (il Chiostro fu terminato nel 600 dopo la sua morte), il Cenacolo dipinto da Paolo Veronese (opera Le Nozze del Cana). E poi le opere del Longhena che completò alcuni spazi del complesso cen due opere in stile Barocco: lo Scalone e la Biblioteca (tutt’ora utilizzata e visitabile dal lunedì al venerdì) terminati rispettivamente nel 1645 e nel 1671.

L’isola ed il complesso sono aperti al pubblico (anche se non tutte le aree sono accessibili). Vi consigliamo di salire sul campanile della basilica, da qui potrete godere di una vista mozzafiato di Piazza San Marco !!!

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